Il paziente diabetico dal dentista

 

IL PAZIENTE DIABETICO DAL DENTISTA: ILLUSTRA IL PROF. ELIO BAVA

Se fai parte di questa categoria lo saprai già, sei un paziente più delicato e che ha bisogno di un’ attenzione maggiore. Vediamo insieme, cosa comporta essere diabetico in ambito odontoiatrico, e senza entrare troppo in tecnicismi, le misure che bisogna adottare per lavorare in sicurezza.

 

Possiamo già distinguere due forme di diabete, quello di tipo 1 o giovanile-insulino dipendente e quello di tipo 2 tardivo-alimentare
(NB: esiste un terzo tipo di diabete, che si verifica in conseguenza a problemi pancreatici)
Le manifestazioni orali sono le seguenti :

Periodontiti: Ovvero l’infiammazione della gengiva che circonda i nostri denti. Ormai é acclarata la correlazione con il diabete, chi soffre di diabete di fatto ha più possibilità di svilupparle questa patologia. La malattia può manifestarsi in modo aggressivo e resistente alle terapie. È fondamentale il controllo della glicemia e quello della placca. In essa infatti sono contenuti degli streptococchi come il viridans , il sanguis, il suis e il mutans, che possono portare a endocarditi batteriche.
Xerostomia: ovvero la mancanza di saliva che ci rende la bocca secca. La xerostomia porta a:
un incidenza maggiore di carie, alla sensazione della bocca ardente, ad alterazioni gustative ed alitosi. Per combatterla è importante girare sempre con un abottiglietta di acqua e bere spesso.
Odontalgia atipica: dolore generalizzato alla bocca. Questa é una complicanza diretta del diabete come conseguenza dalla microangiopatia ovvero lesioni specifiche dei capillari. In questo caso l unica cosa che possiamo fare è il controllo farmacologico del dolore.
Ulcere orali: molto fastidiose e più frequenti nel diabetico, il dentista può velocizzare la loro risoluzione con trattamento laser biostimolante.
Maggiore incidenza di alveolite secca post estrattiva: l’alveolite secca é una complicanza dolorosa che si verifica per la mancanza di sanguinamento dopo un estrazione. Il dentista in questo caso dovrà prestare attenzione a far sanguinare per bene il sito dove prima vi era il dente ed a prescrivere un collluttorio a base di clorexidina.
Cicatrizzazione ritardate: il diabetico lo sa bene, la sua cicatrizzazione é più difficile del normale, l odontoiatra dovrà quindi prendere le misure del caso, utilizzando anche garze imbevute con un coaugulante orale come l’acido tranexamico soprattutto dopo un’atto chirurgico.

Prima di tutto assicurarsi che la vostra glicemia sia sotto controllo. Il paziente diabetico di tipo 2 ben controllato é per esempio trattato come un paziente normale, senza particolari accortezze.

Nel tipo 1 le visite dovranno essere di breve durata e mattiniere, magari subito dopo la colazione.
È molto importante ricevere una cura antibiotica precoce nel caso di infezione batterica ed una profilassi ( 2 gr di antibiotico ) prima di pratiche chirurgiche o comunque prima di pratiche che possano creare un sanguinamento come per esempio anche una semplice procedura di igiene orale più profonda (curettaggio), in questi casi infatti i batteri di cui abbiamo parlato prima, presenti nel cavo orale, verranno “stuzzicati” e assorbiti dalle mucose orali attraverso il sistema capillare e venoso entreranno nel circolo sanguineo, causando una batteremia transitoria. Che nel paziente diabetico può portare a problemi cardiaci.

Anestesia: gli anestetici che si usano in odontoiatria contengono spesso adrenalina in varie concentrazioni, l’adrenalina ha un’azione stimolante sui livelli di glicemia é quindi consigliabile non subire troppe anestesie con concentrazioni alte di questo farmaco.
Tuttavia dobbiamo ricordare  che é molto meglio un controllo dello stress da parte del dentista e una buona anestesia che una cattiva anestesia e un non controllo dello stress. Difatti quando il nostro corpo é sottoposto a uno stimolo stressogeno come può essere la paura della poltrona del dentista, il nostro corpo entrerà “in allerta” attraverso il sistema simpatico e si produrrà adrenalina endogena, molto maggiore di quella introdotta dal dentista attraverso l’anestesia.
È quindi importante se fai parte delle persone paurose, un “aiuto” farmacologico preventivo, per diminuire la tua ansia e affrontare l’intervento del dentista in tranquillità.

No all’aspirina: questo farmaco fa parte della famiglia dei salicilati, i quali competono per accaparrarsi i recettori plasmati con gli hipoglicemizzanti orali. Quindi se ne sconsiglia l’uso, preferendo per il controllo del dolore il paracetamolo. Famraco molto più sicuro ed efficiente.

Ovviamente il quadro del paziente diabetico è molto più ampio e complesso. Ma spero di aver acceso quanto meno la tua curiosità e magari esserti stato di aiuto nella comprensione di questa patologia nell’ambito della sfera di uno studio dentistico.